A CURA DI

AVV. ANTONELLA ROBERTI

 PRESENTAZIONE DELL’ARTICOLO DEL PRESIDENTE DELL’ISTITUTO DI STUDI EUROPEI “ALCIDE DE GASPERI” ANTONIO SABBATELLA 

 

L’Istituto di Studi Europei “Alcide De Gasperi” ha già da vari anni focalizzato il proprio interesse scientifico alla tutela del disagio di genere che si manifesta nei vari settori della nostra realtà sociale ed infatti già da vari anni ha dedicato tesi di specializzazione alle analisi di genere con l’obiettivo di evidenziare le particolari prospettive che questa analisi comporta. Basti ricordare importanti tesi come quella a suo tempo elaborata sui criteri riguardanti il bilancio dello Stato visto nell’ottica della differenza di genere. Inoltre le continue contraddizioni e le violenze che le donne subiscono anche nelle loro attività quotidiane, professionali e sociali hanno fatto si che questo istituto continuasse a evidenziare con i suoi studi e convegni la delicata tematica di tanta drammaticità sociale fino ad arrivare all’analisi del fenomeno purtroppo dirompente, in modo negativo, nella nostra società del femminicidio con un importante convegno svoltosi presso il Centro Sportivo della Polizia di Stato in collaborazione con l’Osservatorio Nazionale bullismo e disagio giovanile e l’Associazione Roma Sceglie Roma, nel quale sono intervenuti tra gli altri la Ministra per le pari opportunità, e il Procuratore Nazionale Antimafia e dell’On. Annibali già vittima di violenza.

Poiché tali argomenti continuano ad essere di grande interesse per le sensibilità riguardanti l’Istituto De Gasperi ed in vista di un ulteriore impegno dell’Istituto per contrastare la violenza sulle donne con piacere evidenziamo attraverso l’articolo dell’avv. Colaianni, Presidente dell’associazione “La forza delle donne”, una realtà che nel sud molto si dà da fare per contrastare il disagio di genere ed aiutare nella ricerca delle possibili soluzioni.

  

LA VIOLENZA DI GENERE IN EUROPA E IN ITALIA 

Autore: Avv. Krizia Colaianni

 

La maggior parte dei paesi dell'UE dispone di leggi per contrastare la violenza basata sul genere o sull'orientamento sessuale. Tuttavia, l'assenza di una definizione unica e di regole comuni, impedisce che venga affrontarla in modo efficace. Per questo il Parlamento europeo è tornato più volte a chiedere una normativa europea a riguardo.

Le principali vittime di tale violenza sono le donne e le ragazze ma anche gli uomini possono esserne colpiti. A loro volta, sono prese spesso di mira le persone LGBTIQ+.

Tale violenza, ha conseguenze negative sia a livello individuale che all'interno della famiglia, con ripercussioni tanto a livello di collettività che a livello economico.

Nel settembre2021, i deputati del Parlamento Europeo hanno invitato la Commissione Europea a fissare la base giuridica per annoverare la violenza di genere tra i reati comunitari. Questo permetterebbe di equipararla a crimini come il terrorismo, la tratta degli esseri umani, la criminalità informatica, lo sfruttamento sessuale e il riciclaggio di denaro. Una tale iniziativa consentirebbe di stabilire definizioni e standard giuridici comuni, nonché fissare sanzioni penali minime in tutta l'UE.

Questa proposta fa seguito a quella dello scorso febbraio, in cui il Parlamento Europeo ha chiesto una direttiva per prevenire e combattere la violenza di genere in ogni sua forma. In tale occasione, i deputati hanno sottolineato anche la necessità di un "protocollo europeo sulla violenza di genere in tempi di crisi" per affrontare meglio il problema e difendere le vittime di violenza domestica. Il Parlamento ha così affermato che i servizi di protezione per le vittime come ad esempio le linee di assistenza telefonica, gli alloggi sicuri e l'assistenza sanitaria, dovrebbero essere riconosciuti come "servizi essenziali" in ogni paese dell'UE.

Si stima che il 22% delle donne abbia subito violenze fisiche e/o sessuali dal partner attuale oda partner precedenti e che il 43% abbia subito violenze psicologiche, la maggior parte delle quali denunciate.

Durante la pandemia sono aumentati i casi di violenza tra partner e questo ha generando un impatto su tutta la famiglia.

L’emergenza epidemiologica da Covid-19 insorta nei primi mesi del 2020, ha condotto i servizi specializzati a presumere un probabile futuro aumento dei casi di violenza contro le donne tra le mura domestiche, a causa del confinamento forzato e dalle difficoltà per le vittime conviventi con il maltrattante a denunciare e rivolgersi ai servizi di supporto.

Molte donne, inoltre, in tale contesto emergenziale, hanno per sola possibilità di disporre di un proprio reddito e per tale motivo sono risultate maggiormente esposte, essendo costrette a lunghe permanenze in casa e diventando in misura maggiore economicamente dipendenti dai loro compagni con conseguenti maggiori difficoltà a sottrarsi alla violenza.

Nell'ottobre 2021 il Parlamento Italiano ha chiesto misure urgenti per proteggere le vittime della violenza nelle battaglie per la custodia dei figli minorenni, sottolineando che le udienze dovrebbero essere condotte da professionisti qualificati e svolgersi in ambienti a misura di bambino. I deputati hanno inoltre esortato i paesi dell'UE a sostenere le vittime per consentire loro di raggiungere l'indipendenza finanziaria e abbandonare le relazioni abusive e violente.

Durante la sessione plenaria di aprile 2022, gli europarlamentari hanno chiesto alla Commissione europea di proporre delle linee guida a livello europeo per proteggere i diritti dei bambini nell’ambito dei procedimenti di diritto civile, amministrativo e di famiglia. La risoluzione adottata dal Parlamento europeo chiede che l'audizione del minore sia condotta da un giudice o da un esperto qualificato e che non sia esercitata alcuna pressione, neanche da parte dai genitori. Gli europarlamentari inoltre hanno chiesto ai Paesi dell’UE di adottare misure per collegare i procedimenti penali e civili che coinvolgono una singola famiglia e i minori, al fine di evitare efficacemente discrepanze tra le decisioni giudiziarie e le altre decisioni legali che danneggiano i minori.

La pandemia da Covid-19 ha portato anche a un drammatico aumento della violenza contro le donne sui social media e su Internet in generale.

L’aumento dei casi di violenza di genere nel mondo, come conseguenza della pandemia, è stato indicato dall’indagine pubblicata da CEPOL nel luglio 2020 e dalle stesse Nazioni Unite che hanno definito questo fenomeno “pandemia ombra” proprio per sottolinearne l’impatto devastante.

Nel dicembre 2021, gli eurodeputati hanno chiesto all'UE di adottare una definizione comune di cyber violenza di genere e di renderla punibile per legge, con sanzioni minime e massime armonizzate per i paesi alti. La proposta si basa su una relazione del 2016 sulle molestie online.

Tra le azioni che il Parlamento vorrebbe rendere sanzionabili compaiono: le molestie informatiche, lo stalking informatico, le violazioni della privacy, le registrazioni e la condivisione di immagini di aggressioni sessuali, il controllo e sorveglianza a distanza (comprese le app spia), le minacce e gli appelli alla violenza, l'incitamento all'odio sessista, l'induzione all'autolesionismo, l'accesso illecito a messaggio account di social media, la violazione dei divieti di comunicazione imposti dai tribunali e la tratta di esseri umani.

Il completamento dell'adesione dell'UE alla  Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica resta una priorità.

Il Parlamento europeo ha accolto con favore l'iniziativa del gennaio 2021, con cui la Commissione propone misure per raggiungere gli obiettivi della Convenzione di Istanbul, qualora alcuni Stati membri continuassero a bloccare la ratifica da parte dell'UE. 

L’Euro Parlamento ha inoltre approvato leggi e risoluzioni per aiutare a porre fine alle mutilazioni genitali femminili (MGF) in tutto il mondo. Sebbene questa pratica sia illegale nell'UE, si stima che nei soli 13 paesi europei presi in analisi, siano circa 600.000 le donne ad essere state vittime di MGF e 180.000 le ragazze a rischio di questa pratica.

Nel 2019, il gruppo The restorer scomposto da cinque studentesse del Kenya sviluppatrici di un'applicazione in grado di venire in aiuto alle ragazze vittime di mutilazione genitale, fu selezionato tra i finalisti al Premio Sacharov per la libertà di pensiero.

Nel 2014 il Parlamento europeo assegnò il Premio Sacharoval Dr Denis Mukwege, il ginecologo congolese noto per il suo lavoro in difesa dei diritti delle donne e in particolare delle vittime di stupri di gruppo e violenze sessuali nella Repubblica Democratica del Congo.

  • Nell'Unione europea, una donna su tre ha subito violenza fisica e/o sessuale dall'età di 15 anni
  • Più della metà delle donne è stata molestata sessualmente
  • Quasi una volta su cinque l'autore della violenza contro le donne è il loro partner

In Italia, la situazione è allo stesso modo drammatica. La violenza domestica, che già presuppone la messa in atto ad opera dell’abusante di una vera e propria strategia di controllo e di isolamento sociale della vittima, mediante il lockdown, si è infittita mostrandosi come una vera “emergenza nell’emergenza” e causando ulteriormente l’alienazione delle donne ed aumentando le difficoltà ad attivare reti di supporto.

I dati affermano che le chiamate al numero verde nazionale antiviolenza 1522 effettuate dal 1marzo al 16 Aprile 2020 è aumentato del 73% rispetto allo stesso periodo del 2019 con un aumento anche delle vittime che hanno chiesto aiuto del 59% rispetto allo scorso anno (ISTAT,2020).

Dato il prolungarsi della situazione emergenziale diverse sono le associazioni nazionali che si sono attivate in materia per supportate le donne concretamente. Scopo di queste associazioni è quello di creare conoscenza e sensibilizzazione sul territorio su questo triste fenomeno per far si che quante più persone possibili siano capaci almeno di percepire una qualunque forma di violenza per poter fornire un primo aiuto alla vittima:

Con questo intento nasce a Bari l’Associazione la Forza delle Donne. Questa associazione tra le sue azioni ha l’ideazione e la promozione dei Patti di aiuto in favore delle vittime, che potrebbero addivenire protocolli unici nazionali.

Infatti, a Marzo 2020, l’associazione in questione con il “Patto per le donne” approvato all’unanimità presso la Commissione delle pari opportunità della Regione Basilicata, attraverso otto fondamentali punti, ha affrontato tematiche e proposte per il contrasto della violenza di genere nonché il contrasto alle discriminazioni, comprese quelle di stampo sessuale.

Mentre a Luglio 2020, con il “Patto per non lasciare sole le donne ”approvato all’unanimità dal Consiglio Comunale di Bari, l’Associazione, in un quadro volto alla promozione della dignità della donna ed al contrasto del fenomeno violento propone, tra le altre iniziative, l’attivazione del "taxi salvavita" utile a fornire il servizio di trasporto a favore delle donne in casi particolari di gravità ed urgenza ed, inoltre, ottiene l’attivazione di 2 sportelli d’aiuto operativi dapprima nel Municipio V e II del Comune di Bari, successivamente anche in apertura nelle altre sedi della città.

L’incessante attività d’aiuto a favore delle donne passa anche presso la Commissione Pari Opportunità del Comune di Francavilla Fontana con l’ideazione e la promozione del “Patto per non sentirsi indifese”, nel febbraio 2022.

Il percorso dell’Associazione non si ferma e a dicembre 2021 partecipa ad un bando della Città metropolitana di Bari per l’assegnazione di un immobile confiscato alla criminalità: lo vince e così apre la sua sede secondaria nel quartiere Libertà, dove le richieste di aiuto da parte delle donne non sono state poche.

Il grande pregio dell’Associazione LFDD, tra i tanti, è stato quello di portare a Bari, per la prima volta in assoluto in città, in sede di Commissione di Pari Opportunità, il Protocollo Zeus, pensato e realizzato nel 2018 dalla Dott.ssa Simone, Dirigente della Divisione anticrimine della Polizia di Milano. Si tratta di un protocollo d'intervento nei casi di stalking, maltrattamenti, violenza domestica, bullismo e cyber bullismo. La procedura ruota attorno all'ammonimento del questore, una misura di prevenzione introdotta nel 2009 per il reato di stalking e nel 2013 per la violenza domestica e rileva soprattutto che quando si interviene all’inizio, si possono salvare le donne.

Il monito della Dott.ssa Simone è fatto proprio anche dall’Associazione LFDD: “è importante che si sappia che chiunque segnala un caso rimane anonimo. Il nome di quel vicino, di quel medico, di quell’amico non uscirà mai. Noi siamo tenuti al silenzio. Nessuno verrà mai a saperlo. Quindi parlate con noi, salvate quelle donne”.

A partire da gennaio 2022 l’Associazione inizia il percorso nelle scuole con il progetto “A scuola con LA FORZA DELLE DONNE”, basato sulla convinzione che la cessazione della violenza di genere e la prevenzione ad essa, debba partire non solo dalla famiglia, quindi con applicazione di criteri educativi sani e corretti, ma anche a livello istituzionale cioè dalla scuola.

La scuola è una comunità dove è presente l’integrazione e la partecipazione di più soggetti di differenti estrazioni sociali, tipologie educative, differenti etnie e quindi culture di origine, terreno fertile per promuovere la sensibilizzazione nella prevenzione e contrasto della violenza di genere.

Il progetto che la FDD intende attuare nelle scuole, di ogni ordine e grado, è rivolto a tutti i docenti e i dirigenti scolatici che concordano su tale iniziativa; è un progetto che vede gli studenti, tutti, coinvolti in un breve percorso di confronto tra loro e le professioniste con cui “lavoreranno”, per fornire loro conoscenze, apprendimento di tematiche sconosciute o forse solo superficialmente o forse in maniera distorta, col fine di favorire la crescita giovanile con la considerazione de “il genere” come conoscenza necessaria e far maturare la convinzione che l’educazione al rispetto di sé, degli altri e delle altre, costituiscono le basi sicure per la formazione di nuove generazioni, non sessiste, ma paritarie.

Promuovere le pari opportunità uomo-donna nel rispetto delle differenze di genere, significa sensibilizzare i ragazzi sul tema, evidenziare la consapevolezza delle responsabilità che ciascuno ha sia all’interno della famiglia e sia nel più vasto contesto sociale, scuola compresa.

E' opprimente, frustrante e inutile per le vittime, occuparsi del giorno dopo, bisogna prevenire. E in questo non abbiano reticenza i magistrati o i responsabili delle forze dell'ordine a dire se sono in essere delle situazioni di pericolo, delle denunce. Bisogna isolare gli stalker che sono persone crudeli ma anche dei grandi vigliacchi. Non si tratta di sbattere mostri in prima pagina, né pensare che tutto possa essere risolto con l'inasprimento delle pene, ma informare, creare stati di allerta, suggerire comportamenti alle possibili vittime ma anche alla cittadinanza in genere. In una parola: prevenire. Questo è quello che fanno le Associazioni che si occupano di violenza di genere, questo è quello che fa l’Associazione La Forza Delle Donne.

Sui motivi profondi, sulle componenti psicologiche, sociologiche, storiche che possono contribuire a determinare la violenza di genere il discorso da affrontare sarebbe oltre modo complesso, ma ciò non significa che cultura e modelli di comportamento non possano essere modificati. In questo, un ruolo fondamentale spetta non solo all'educazione che si riceve in famiglia ma anche a quella scolastica così come alla comunicazione verbale e non verbale: pubblicità, programmi televisivi, social.

Ragionare più concretamente sulla necessità di affrontare in maniera specifica il tema della violenza di genere per contribuire a far crescere la consapevolezza su quello che sembra un inarrestabile tragico fenomeno.

 

Krizia Colaianni