A CURA DI

AVV. ANTONELLA ROBERTI

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 

DIPARTIMENTO POLITICHE EUROPEE  

UFFICIO DI SEGRETERIA DEL C.I.A.E.  

SERVIZIO I

 

Proposte per la revisione delle procedure decisionali legate all'autorizzazione all'immissione in commercio di prodotti geneticamente modificati

Regolamento (CE) 1829/2003

 

 Esiti della seconda riunione di coordinamento del 14/05/2015 h 11.00

  

Amministrazioni partecipanti: Presidenza del Consiglio - Dipartimento Politiche europee;  Ministero Salute; Ministero Ambiente; Ministero Politiche agricole e forestali; Ministero Sviluppo economico; Ministero Esteri;  Regione Marche, Lazio ed Emilia Romagna in rappresentanza della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome

Associazioni di categoria partecipanti: ANACER – Associazioni nazionale cerealisti; ASSITOL, ASSALZOO; COLDIRETTI; CONFAGRICOLTURA; FEDERALIMENTARE

Associazioni invitate, non presenti: AIA – associazione italiana allevatori; AICIG – associazione italiana consorzi indicazioni geografiche 

 

1. In data 14 maggio 2015 si è tenuta presso il Dipartimento per le Politiche Europee la seconda riunione di coordinamento di confronto tra amministrazioni e operatori di settore sulle iniziative della Commissione europea volte a emendare il Regolamento (CE) N. 1829/2003 relativo agli alimenti e ai mangimi geneticamente modificati.

Come preannunciato, il 22 aprile il collegio dei Commissari ha approvato la Proposta di modifica del regolamento 1829/2003 e la revisione delle procedure decisionali legate all'autorizzazione all'immissione in commercio di prodotti geneticamente modificati - COM (2015) 177 def.

Sono confermate le ipotesi su cui ci si era già confrontati nel corso del precedente incontro: la Commissione ha riproposto la soluzione trovata sulla coltivazione, per consentire agli Stati membri di adottare decisioni nazionali dirette a limitare o vietare l'uso di OGM negli alimenti o nei mangimi, una volta che tale uso sia stato autorizzato a livello dell'UE (cosiddetto "opt-out").

La proposta - con forte valenza politica oltre che tecnica – è stata accolta con molta cautela dalla maggioranza degli SM che non hanno sinora preso posizione. La presidenza lettone non ha ancora fissato il calendario dei dibattiti nei gruppi consiliari. 

Ciò premesso, il coordinatore dell’Ufficio COPOUE della Presidenza del Consiglio dei ministri (cons. Villa) ricorda i principali elementi su cui si era trovata convergenza nel corso del precedente incontro:  necessità di regole comuni a tutela del mercato interno, tenere in considerazione i profili connessi con la dipendenza dalle importazioni, necessità di disporre di dati oggettivi sull’impatto delle decisioni sul sistema produttivo, tutela delle specificità del sistema agricolo nazionale.

Il consigliere Villa invita quindi i partecipanti a condividere valutazioni e osservazioni concentrandosi sul testo normativo ora disponibile.

 

OSSERVAZIONI DEGLI STAKEHOLDERS

Federalimentari: la soluzione proposta dalla Commissione rischia di compromettere l’integrazione e omogeneità del mercato interno. Il quadro normativo non migliora spostando il problema dal livello europeo al livello nazionale. Occorre trovare una soluzione che sia attenta alle sensibilità dei consumatori ma che tuteli  al  contempo le necessità delle filiere produttive, in particolare quelle zootecniche.

Assitol concorda sul rischio di frammentazione del mercato unico ed evidenziale conseguenti difficoltà per gli operatori e per l’approvvigionamento di materie prime. La produzione di soia italiana - seppur sviluppata da un punto di vista di filiera -  genera quantitativi limitati prevalentemente destinati ad un mercato di nicchia e orientato OGM Free. Parte della nostra produzione viene destinata anche alle esportazioni.

Assalzoo nel confermare le posizioni già espresse nel corso della prima riunione (e nel contributo fatto pervenire), sottolinea le difficoltà di reperire materie prime alternative a quelle attualmente in uso. Nella proposta della Commissione è tuttavia apprezzabile il fatto che non viene messo in discussione il sistema EFSA che garantisce l’uniformità della valutazione scientifica.La proposta della Commissione è tuttavia carente di una seria analisi di impatto. Da prime valutazioni indipendenti – non ancora pubblicate ufficialmente – l’introduzione di blocchi nazionali ai prodotti/mangimi OGM potrebbe comportare l’aumento del 30-35% dei costi.

Confagricoltura evidenzia l’ambiguità del nostro paese, che da un lato vieta la coltivazione di piante OGM, dall’altro consente l’importazione di prodotti e mangimi. Occorrerebbe maggior coerenza. Esprime contrarietà rispetto l’ipotesi di lasciare ai singoli SM la decisione sull’immissione in commercio. Propone al tavolo di approfondire il tema della ricerca scientifica in materia OGM in quanto la maggior parte dei brevetti (sviluppati oltre 15 anni e di prossima scadenza) risultano superati e poco adatti alle necessità nazionali.  Vi è l’opportunità di rilanciare la ricerca nazionale sviluppando tecnologie in grado di rispondere alle esigenze attuali e pressanti quali il recupero di coltivazioni tradizionali (citatiad es. pomodoro sammarzano,  mela gala) e lo sfruttamento di terreni marginali.

Per venire incontro ai dubbi dell’opinione pubblica e dei timori generalizzati rispetto gli OGM occorrerebbe partire da una posizione condivisa di cosa si intente per OGM.

Coldiretti ritiene la proposta non sufficiente a porre effettivi limiti alla commercializzazione di prodotti OGM. Propone al tavolo di approfondire la questione dell’etichettatura dei prodotti come strumento per garantire trasparenza e informazione nei confronti dei consumatori che in tal modo possono compiere scelte consapevoli. In tal senso potrebbero essere utili gli esiti della recente consultazione sull’etichettatura dei prodotti alimentari.

Secondo ANACER per fugare i dubbi dei consumatori sarebbe opportuna una presa di posizione da parte delle nostre autorità, in particolare del Ministero della Salute, sulla salubrità o meno degli OGM. La proposta della Commissione pone notevoli problemi applicativi per le merci provenienti da altri SM. Ricorda inoltre che gli acquisti di prodotti e mangimi dall’estero avvengono sulla base di autorizzazioni ottenute in base alle procedure europee sugli OGM.

 

OSSERVAZIONI DELLE AMMINISTRAZIONI

Il Ministero dello Sviluppo economico sottolinea la necessità di trovare una soluzione condivisa a livello europeo per evitare che si riproponga la dinamica del pacchetto sul “made in”, filiera politica commerciale. Evidenzia inoltre i risvolti nell’ambito dell’organizzazione mondiale del commercio e degli accordi internazionali in corso di negoziato. Con riferimento a questi ultimi (con particolare attenzione al TTIP) la tempistica di presentazione della proposta da parte della Commissione appare  inopportuna. 

Ministero dell’ambiente: Il tema dell’agroalimentare è centrale ed eventuali decisioni vanno ben calibrate. La complessità del dossier – ben rappresentata nei contributi forniti dalle associazioni di categoria - al momento non consente di costruire una posizione negoziale netta. Invita i partecipanti al tavolo ad approfondire le valutazioni sulle conseguenze dei possibili scenari e degli impatti sulle filiere.  

Anche il Ministero delle politiche agricole ritiene prematuro assumere posizioni definitive sul dossier che - se ben sviluppato - potrebbe effettivamente risolvere i problemi sul tappeto, senza ostacolare la libera circolazione delle merci.

I rappresentanti delle Regioni riportano quanto emerso dal recente forum di Berlino organizzato dalla rete delle regioni OMG Free, di cui la regione Marche è capofila. Al momento gli altri SM non sembrano aver approfondito la proposta della Commissione, ne aver maturato posizioni nette. In Austria, Germania e Lussemburgo si stanno sviluppando marchi volontari no-ogm per carne, latte e uova. Nella zona danubiana sono in corso progetti per sviluppare la produzione di materie prime e ridurre la dipendenza dalle importazioni. L’approccio seguito non è quindi di carattere normativo / prescrittivo ma si basa sullo sviluppo del mercato come driver per le filiere OGM free. Di contro le Regioni evidenziano la non uniformità dei sistemi di controllo ed il fatto che  l’affermarsi di marchi volontari nazionali metterebbe a rischio i marchi DOP Italiani che devono rispettare disciplinari ben precisi, stabiliti a livello europeo.

Il Ministero degli esteri riferisce che Francia, Polonia e Germania si sarebbero già espresse contro la proposta. Riporta inoltre al tavolo le critiche da parte dei paesi terzi nostri fornitori all’iniziativa della Commissione, ed i possibili riflessi sui negoziati in corso. Anche la  questione dei marchi volontari potrebbe aver riflessi sulla nostra battaglia per la tutela delle preferenze geografiche

Il Ministero della salute ricorda che il modello di protezione della salute umana, animale e dell'ambiente scelto nell'Unione è basato su una valutazione scientifica del rischio condotta dall’EFSA con il coinvolgimento degli SM.A tal riguardo il Ministero dell’ambiente ricorda che l’art. 3 della recente direttiva 2015/412  prevede che “Entro il 3 aprile 2017, la Commissione aggiorna gli allegati della direttiva 2001/18/CE in conformità dell'articolo 27 di tale direttiva per quanto riguarda la valutazione del rischio ambientale, con l'obiettivo di introdurre e consolidare gli orientamenti rafforzati dell'Autorità del 2010 sulla valutazione del rischio ambientale delle piante geneticamente modificate”. Alla luce di tale disposizione, è presumibile che a breve la Commissione avvii il dibattito sul tema. 

 

CONCLUSIONI 

Si confermano le perplessità– già espresse nel precedente incontro - sull’efficacia di un provvedimento che incide in modo asimmetrico sul mercato interno, creando pericolose difformità determinando frammentazione del mercato interno.

Appare opportuno riuscire a garantire il rispetto del principio di sussidiarietà preservando il quadro normativo armonizzato, anche i merito alle certificazioni.

La proposta della Commissione rischia dei spostare il problema dal livello europeo al livello nazionale senza risolvere le questioni di fondo connesse con gli OGM e con i timori dei consumatori.

Dal confronto sono emersi diversi spunti interessanti, da vagliare prima di poterli presentare come componenti della nostra posizione negoziale. Si conviene quindi sull’opportunità di approfondire le seguenti tematiche, valutando gli scenari e gli impatti per le filiere interessate:

  • Limitazioni geografiche asimmetriche negli SM
  • Disponibilità di approvvigionamenti alternativi
  • Spostamento del focus dalla prescrizione normativa al mercato, ad es. con lo sviluppo di marchi OGM free
  • Modifiche del sistema di etichettatura
  • Modifiche del sistema di valutazione EFSA
  • Ricerca biotecnologica.

Sui punti saranno molto utili i contributi che gli operatori vorranno presentare al tavolo.

 

2. In relazione all’informativa sulla trasposizione nell’ordinamento nazionale della Direttiva 2015/412, la riunione è limitata alla presenza delle sole amministrazioni.

Il disegno di legge di delegazione europea 2014 (AS 1758) - approvato in prima lettura dal Senato in data odierna - il tema degli Ogm è trattato per mezzo dell'inserimento, mediante emendamento parlamentare, della delega nell'allegato B del disegno di legge, per l'attuazione della direttiva (UE) 2015/412. Non sono stati inseriti criteri e principi direttivi per il suo esercizio. Gli emendamenti presentati in Aula per l'inserimento dei predetti criteri ed un o.d.g. (em. 13.0.200, 13.0.201, 13.0.202 e 16.0.200; odg G1.100) sono stati ritirati dai presentatori dietro l'impegno del Governo, espresso dal Sottosegretario Gozi, a stimolare, prima della pausa estiva un dibattito sulla ricerca biotecnologica.

Le norme relative alle misure transitorie (previste dall’art. 26 quater della direttiva)  potranno essere inserite in un emendamento al decreto legge 5 maggio 2015, n. 51 “Disposizioni urgenti in materia di rilancio dei settori agricoli in crisi, di sostegno alle imprese agricole colpite da eventi di carattere eccezionale e di razionalizzazione delle strutture ministeriali” (15G00067) (GU Serie Generale n.103 del 6-5-2015). Al momento si prevede che l’iter parlamentare possa concludersi nel mese di luglio. Si ricorda che il termine per l’adozione delle misure transitorie è il 3 ottobre 2015. 

Redazione: Fabrizio/Guerreri