A CURA DI

AVV. ANTONELLA ROBERTI

Osservatorio della produzione scientifica nazionale e internazionale sulle tematiche europee

a cura di Laura De Rose, Vice Direttore di Foroeuropa

 

L’Europa, oggi e nel prossimo futuro: la Rivista di Studi Politici Internazionali le dedica per intero il suo ultimo numero.

 

I sette contributi raccolti nel numero di luglio-settembre 2017 della Rivista di Studi Politici Internazionali (RSPI) analizzano, e permettono di meglio comprendere, recenti sviluppi e prospettive future dell'Unione Europea.I temi chiave di questo ricco e interessante numero sono: il ‘Brexit’; il problema e il modello tedesco; le sfide e le promesse dell’Eurozona; la difesa e la sicurezza dell’Unione Europea;la lotta contro le frodi ai danni dell’Unione Europea. 

Il primo contributo, “Pathway to Brexit”, di Pat Cox, descrive il sofferto percorso della Gran Bretagna verso l’uscita dall’Unione Europea, caratterizzato da profonde divisioni interne e dall’estrema complessità del negoziato con l’Unione Europea.

A causa di questi fattori, la posizione della futura Gran Bretagna ‘globale’ resta incerta: paradiso globale post-EU o insularità diminuita? Mentre uno Stato membro si prepara a lasciare l’Unione, il ruolo di un altro, la Germania, non è ancora universalmente compreso ed accettato, né da parte degli altri Stati membri, né a livello di politica interna: si tratta del cosiddetto ‘problema tedesco’, del quale si occupa il secondo articolo, “Is the German Question – is the German Problem back? The Role of Germany in Europe from an Historical Perspective”, di Wolf D. Gruner, descrivendone gli aspetti principali durante il XX secolo fino ai giorninostri ed ipotizzandoil futuro ruolo della Germania quale ‘modello’e principio attivo di una nuova Europa.

Il terzo contributo, “Looking at the Future of the EU with the Insight into the Past”, di Maria Grazia Melchionni, prosegue la riflessione sugli strumenti di un’Europa ‘nuova’, capace di apprendere dai suoi errori, di superare la sua attuale impopolarità, e di affrontare le sfide attuali prefiggendosi nuovi obiettivi. In particolare, l’Eurozona potrebbe essere l’avanguardia della nuova UE, quale modello d’integrazione differenziata, e base appropriata per la costruzione della Cooperazione Strutturata e Permanente: in un tale contesto, un’Eurozona della difesa sembra lo scenario piú adatto a rilanciare politicamente l’integrazione europea.

Nel contempo, tuttavia, profonde divergenze nello sviluppo socio-economico degli Stati membri minacciano la stabilità dell’Eurozona, come descritto nel quarto articolo, “European Economic Growth and Common Monetary Policies”, di Francesco Carlucci. Tali divergenze riguardano, ad esempio, il livello degli investimenti, l’occupazione, l’inflazione, la competitività e la crescita, e si sono rafforzate durante gli anni 1999-2016. L’articolo propone quattro possibili terapie per favorire la convergenza economica, quali: maggiore produttività e svalutazione interna; riforma dei processi di produzione e distribuzione; riforma delle delle norme regolatrici; utilizzazione dell’euro attuale e di un euro svalutato del 15%, secondo il livello di  competitività.

Il quinto contributo, “How to Make the Eurozone Sustainable. A Public Law Perspective”, di Edoardo Chiti, spiega come l’Eurozona si sia gradualmente modificata da ‘giurisdizione’ a ‘organizzazione’, e come la sua stabilitá sia minacciata da problemi di natura giuridica e istituzionale, con conseguenze negative per l’intera Unione Europea. Nello specifico, l’autore propone varie macro opzioni per risolvere le difficoltà dovute alle tensioni tra Eurozona e Unione Europea, nonché all’imperfetta architettura dell’Unione monetaria, nella quale mancano istituzioni comuni appropriate per gestire la moneta unica.

L’iniziativa presa da quattro membri dell’Eurozona- Francia, Italia, Germania e Spagna - per un’azione concertata nella lotta contro il terrorismo e le attivitá cibernetiche illegali, ha dato nuovo impulso alla Cooperazione Permanente e Strutturata (PESCO) dell’Unione Europea: da questa premessa, il sesto articolo, “Difesa Europea. Ipotesi di aggregazione a partire dall’Eurozona”, di Giulio Terzi di Sant’Agata, discute il difficile ma necessario equilibrio tra protezione della sicurezza e difesa cibernetica da un canto, e protezione dei dati personali e diritti individuali dall’altro. Queste due dimensioni devono considerarsi come rigorosamente interdipendenti, onde evitare la soppressione delle libertà in nome della ‘ragion di Stato’ da parte di regimi non responsabili. In questo quadro, l’autore suggerisce le principali aree di azione per una PESCO nella difesa cibernetica tra i membri dell’Eurozona.

Un’altra grande sfida alla stabilità dell’Unione Europea è la frode ai danni del bilancio comune: il settimo e ultimo articolo, “Lotta alle frodi ai danni dell’Unione Europea: perché e come un procuratore europeo”, di Claudio De Rose, descrive i tratti essenziali di questo grave reato, l’azione di contrasto posta in essere dagli organismi specializzati dell’Unione, quali OLAF, Eurojust e Europol, e le ragioni che hanno recentemente portato alla creazione del Procuratore europeo (EPPO), il quale si pone quale strumento inedito, in quanto dotato del potere di agire penalmente in nome dell’Unione contro tutti i cittadini degli Stati membri aderenti. L’armonizzazione fra gli ordinamenti penali nazionali è condizione essenziale per il funzionamento dell’EPPO. Con riferimento all’Italia, l’autore si sofferma sulla giurisprudenza recente della Corte di giustizia dell’UE in materia di limiti prescrizionali, la quale dovrebbe spingere verso la revisione delle rispettive norme nazionali, procedurali e sostanziali.