A CURA DI

AVV. ANTONELLA ROBERTI

RIFLESSIONI DELLA PRESIDENZA FINLANDESE SULLO STATO DELLE NORME DELL’UNIONE EUROPEA (EU) CONTRO LA CRIMINALITÀ AMBIENTALE.

Autore: Dott.ssa Laura De Rose, Vice direttore Foroeuropa

 

Una delle priorità dell’attuale Presidenza finlandese dell’Unione Europea (UE) è rafforzare la lotta contro i reati ambientali e garantire uno sviluppo sostenibile attraverso il rispetto delle norme che proteggono l’ambiente, la flora e la fauna.

In questo quadro, la Presidenza ha avviato un dibattito sullo stato delle norme dell’UE contro la criminalità ambientale, onde riflettere sulla necessità di emendare e/o completare l’attuale sistema normativo.

La riflessione comincerà a livello tecnico il 23 luglio prossimo, presso il DROIPEN, gruppo di lavoro del Consiglio sul diritto penale sostanziale. In preparazione per questa riunione, la Presidenza ha fornito alle delegazioni nazionali un interessante documento di discussione, n. 10954/19 del 9 luglio 2019, di cui si riassumono qui i punti essenziali.

 

Contesto e obiettivi della discussione

La Direttiva 2008/99/CE del 19 novembre 2008 sulla tutela penale dell'ambiente e la Direttiva 2009/123/CE del 21 ottobre 2009 relativa all'inquinamento provocato dalle navi hanno introdotto delle regole di base per definirei comportamenti nocivi all’ambiente di rilevanza penale. Un altro importante strumento legislativo è la Direttiva 2004/35/CE sulla responsabilità ambientale in materia di prevenzione e riparazione del danno ambientale.

A più di dieci anni dall’adozione delle suddette Direttive, visti i notevoli sviluppi avvenuti non solo nei sistemi normativi nazionali, ma anche nelle tecniche utilizzate dalla criminalità ambientale, è necessario valutare l’adeguatezza delle attuali norme dell’UE e verificare se sia necessario introdurre nuove norme al fine di armonizzare le definizioni dei reati e/o le relative sanzioni.

Per esempio, la Direttiva 2008/99/CE definisce le infrazioni ambientali penalmente rilevanti, senza specificare i tipi e livelli delle sanzioni penali. Anche la Direttiva 2009/123/CE si limita a introdurre norme minime per la definizione dei reati di inquinamento provocato dalle navi, ma non definisce le relative sanzioni penali. Inoltre, nessuna delle due Direttive si esprime su altri aspetti importanti per l’attività di contrasto, quali la giurisdizione, il tentativo di reato, il concorso di reato, o strumenti specifici d’indagine.  

Anche la Commissione Europea sta rivedendo la legislazione comunitaria in materia e pubblicherà i risultati di questa valutazione entro la fine dell’anno. Inoltre, durante la Presidenza finlandese, si concluderà la serie di valutazioni reciproche fra Stati membri relative all’applicazione delle politiche dell’UE in materia di prevenzione e contrasto della criminalità ambientale. 

A livello politico-strategico, la politica dell’Unione in favore della protezione ambientale ha fatto numerosi passi avanti, e vi sono stati importanti sviluppi. Per esempio, nelle conclusioni programmatiche dell’8 dicembre 2016, il Consiglio ha affermato l’importanza di adottare un approccio multidisciplinare nella lotta contro la criminalità ambientale; inoltre, il contrasto dei reati contro la flora e la fauna e il traffico di rifiuti fa parte del nuovo ciclo di priorità fissate dal Consiglio per il periodo 2018 – 2021 per garantire la sicurezza dell’Unione. Importante è anche l’azione delle reti di esperti e operatori specializzati, quali l’ENPE (rete di procuratori), IMPEL (ispettori), EUFJE (giudici) e EnviCrimeNet (polizia).

 

Temi di discussione

In vista della prossima riunione del DROIPEN, gli Stati membri sono invitati a riflettere sui seguenti temi.

  1. La criticità dei reati ambientali,ovvero le aree in cui l’attività criminale si produce con più frequenza, o procura gli effetti più gravi, per esempio sulla base dei seguenti criteri: effetti altamente nocivi per l’ambiente, la flora e la fauna; ingenti profitti; crimine organizzato.
  2. Successi e difficoltà nelle attività di contrasto dei reati ambientali, e possibili soluzioni per superare tali difficoltà. In questo quadro, gli esperti sono anche invitati a esprimersi sull’efficacia degli attuali strumenti normativi dell’Unione e a proporre, ove necessario, possibili riforme degli stessi.
  3. Problemi dovuti alla mancanza di regole minime comuni relative alle sanzioni penali: gli esperti sono invitati a fornire indicatori obiettivi ed esempi concreti delle conseguenze di tale situazione sull’efficacia delle attività di prevenzione e contrasto. In questo quadro, la Presidenza intende anche discutere l’efficacia dei diversi tipi di sanzioni, penali o non.
  4. Il punto di vista degli esperti nazionali sulla chiarezza e gestibilità dell’attuale quadro normativo dell’Unione rispetto alla sua applicazione pratica.