A CURA DI

AVV. ANTONELLA ROBERTI

NEWS DI GIUGNO 2022

 

NEWS DALL'UE SULL'AMBIENTE

A cura di Federica De Rose, Redazione Foroeuropa

 

SARDEGNA: POTENZIALMENTE IDEALE PER LA TRANSIZIONE ZERO.

In Sardegna, (territorio con scarsa metanizzazione e a bassa densità di popolazione), esistono già alcune realtà dove sono applicati modelli di ultima generazione per quanto riguarda le rinnovabili; alcuni esempi:

Berchidda - classificata CER- Comunità Energetica, ossia "soggetto giuridico costituito da privati cittadini, enti e imprese, che consuma energia autoprodotta con impianti alimentati da fonti rinnovabili e che ha come scopo principale quello di fornire benefici ambientali, economici o sociali ai propri membri e alle aree in cui opera"; fonte:(ceg-energia.it)

Borutta - classificata CER-; non esistono bollette dell’elettricità grazie all’utilizzo di fonti rinnovabili, che rendono tutti i cittadini energeticamente autosufficienti;

Serrenti - quasi tutti gli edifici pubblici utilizzano impianti fotovoltaici (FV) realizzati e gestiti dall’amministrazione comunale;

Carloforte - dove si attuerà un progetto per realizzare la prima isola in Italia autosufficiente dal punto di vista energetico.

La Sardegna è inoltre tra le regioni italiane con i valori di radiazione solare più elevati e in cui anche gli indici di ventosità sono elevati, con i valori della velocità del vento che arrivano anche a 10 m/s e vengono eguagliati solo in parte nel canale di Sicilia.

Bassi i consumi elettrici: circa 1,38 MWh l’anno, (28%, contro la media nazionale del 21%) che è già sufficiente per incentivare il vettore elettrico, libero da fonti fossili e da emissioni di gas ad effetto serra.

RSE (società controllata dal Gestore dei Servizi Energetici, per lo sviluppo di attività di ricerca nel settore elettro-energetico) ha effettuato uno studio da cui è emerso che entro il 2040 in Sardegna sarà possibile portare a zero non solo l’utilizzo del carbone, ma anche quello del gas fossile, sfruttando esclusivamente energia proveniente da fonti rinnovabili, come il solare fotovoltaico ed eolico, ma anche l’idroelettrico che ammonta a 466 MW, di cui circa metà (240 MW) prodotto dall’impianto di pompaggio di Taloro.

fonte:rinnovabili

 

ENTRO L'ANNO IMPORTANTI VERTICI INTERNAZIONALI PER PROMUOVERE LA SALUTE DEGLI OCEANI  E LA LORO ALFABETIZZAZIONE: VENEZIA E LA SUA LAGUNA  SONO STATE SCELTE COME SEDE DELL’INIZIATIVA UNESCO "ASILO DELLA LAGUNA".

La United Nation Ocean Conference (che si terrà dal 27 al primo luglio a Lisbona) è uno tra i più importanti vertici internazionali che si terranno quest’anno per "sostenere l'attuazione dell'obiettivo di sviluppo sostenibile 14: conservare e utilizzare in modo sostenibile gli oceani, i mari e le risorse marine per lo sviluppo sostenibile".

Fondamentale in questo senso è anche la IOC (Intergovernmental Oceanographic Commission) dell'Unesco, focal point per la scienza oceanica all’interno del sistema dell’Onu e che gestisce l’UN Decade of Ocean Sciences for Sustainable Development (2021 – 2030); secondo l'Unesco è importantissima l'alfabetizzazione oceanica, ossia "La comprensione dell’influenza dell’oceano su di noi e della nostra influenza sull’oceano".

Francesca Santoro, responsabile dell’alfabetizzazione oceanica per IOC: "L’IOC lavora principalmente per rafforzare la collaborazione internazionale sulla scienza oceanica e la ricerca oceanica, poiché nessun singolo Paese può intraprendere da solo ricerche su tutti i bacini oceanici…si tratta in realtà di fornire alle persone strumenti, per utilizzare meglio la conoscenza degli oceani per diventare più responsabili e in grado di prendere decisioni che coinvolgono le risorse oceaniche, in un modo più consapevole …Sviluppiamo una serie di risorse – opuscoli, video o giochi – e le utilizziamo per collaborare con le scuole di tutto il mondo, al fine di coinvolgere le persone sin dalla più tenera età, dalle scuole elementari alle superiori. Utilizziamo un approccio che non include solo obiettivi di apprendimento, ma include anche quelli che chiamiamo obiettivi di apprendimento emozionale sociale e apprendimento comportamentale, perché vogliamo che gli studenti diventino agenti attivi del cambiamento, in modo che possano prendere parte a iniziative a sostegno della protezione dell’oceano protezione".

In questo senso, grazie alle sue caratteristiche ideali e per la sua designazione a patrimonio mondiale dell’Unesco, Venezia e la sua Laguna  sono state selezionate come sede dell’edizione pilota dell’iniziativa “Asilo della Laguna”, che, secondo la Santoro, "…fornirà ai bambini la conoscenza e una visione dell’ecosistema in cui vivono e …La creazione di un legame speciale e fisico con la natura e la comunità locale è fondamentale per aumentare la consapevolezza sui problemi degli oceani e del pianeta. In definitiva, è fondamentale che la futura Ocean Generation sperimenti una diffusione delle conoscenze pratiche, in modo che diventi più consapevole, riconoscente e, nello specifico, più protettiva verso l’ambiente circostante".

fonte:greenreport.it

 

GESTIONE ECOLOGICAMENTE CORRETTA DEI RIFIUTI DI PLASTICA:LE BC COP-15 (CONFERENZE DELLE PARTI 2021-2022 DELLE CONVENZIONI DI BASILEA, ROTTERDAM E STOCCOLMA) HANNO DISCUSSO DI "GLOBAL AGREEMENTS FOR A HEALTHY PLANET: SOUND MANAGEMENT OF CHEMICALS AND WASTE".

Alle BRS COP hanno partecipato oltre 1500 delegati di tutto il mondo e, su proposta di Ghana e Svizzera, sono state adottate modifiche fondamentali agli allegati II, VIII e IX, che "…Garantiscono che tutti i movimenti transfrontalieri di rifiuti elettronici, siano essi pericolosi o meno, sono soggetti al previo consenso informato dello Stato importatore e di qualsiasi Stato di transito". Secondo Unep (United Nations environment programme ) "…Questa decisione coraggiosa non solo protegge i Paesi vulnerabili dalle importazioni indesiderate, ma promuove anche una gestione ecologicamente corretta dei rifiuti elettronici con tecnologie all’avanguardia e contribuisce così a un’economia circolare…". L'Unep conclude: "…Le tre riunioni della conferenza hanno rafforzato il mandato per la cooperazione internazionale con altre organizzazioni, inclusa la Convenzione di Minamata sul mercurio, a sostegno delle risoluzioni recentemente adottate dall’United Nations Environment Assembly per forgiare un nuovo accordo internazionale giuridicamente vincolante per porre fine all’inquinamento da plastica e istituire un science policy panel per contribuire ulteriormente alla sana gestione delle sostanze chimiche e dei rifiuti e prevenire l’inquinamento".

fonte: greenreport.it

 

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TROVARE ALTERNATIVE SOLIDE AL GAS RUSSO: L’EUROPA FINANZIERÀ NUOVE INFRASTRUTTURE IN EGITTO E ISRAELE.

Dopo l’invasione dell’Ucraina l'Ue è costretta ad attuare la diversificazione energetica; è dunque pronta a finanziare nuove infrastrutture del gas in Egitto e Israele, ma è ben disposta a contattare qualsiasi altro Paese dell’area.

In questo senso è stato redatto un  memorandum of understanding con i due Paesi; nel documento che è stato anticipato dall’agenzia Reuters:"… lavoreranno in modo collaborativo per definire i modi e i mezzi appropriati per attuare lo scopo di questo memorandum d’intesa al fine di accelerare l’esportazione di gas naturale verso l’UE…"

Dalla bozza di intesa non sono ancora evidenti il volume di gas scambiato e i tempi entro cui partiranno i progetti e, si legge nel documento, l’ok a questi progetti può arrivare se "sono pienamente coerenti con un percorso ambizioso e ben definito verso la neutralità climatica". L'Europa aiuterà l’Egitto a diventare un hub gasiero nel Mediterraneo orientale e si assicurerà che una significativa percentuale dell’export di GNL via nave vada ai rigassificatori europei.

 Il Cairo può contare anche sul gas offshore israeliano:"…all’inizio del 2022 arrivavano 5 miliardi di metri cubi (bcm) attraverso una pipeline tra Israele e il Sinai, che salirà presto a 6,5 bcm. A febbraio sono stati annunciati piani per altri 2-2,5 bcm da esportare in Egitto attraverso un gasdotto che passa dalla Giordania. Nel frattempo, il paese guidato dai militari di al-Sisi sta riattivando i suoi impianti di stoccaggio e export di GNL."

fonte: rinnovabili

 

L’OCSE (L'ORGANIZZAZIONE PER LA COOPERAZIONE E LO SVILUPPO ECONOMICO) CHIEDE ALL’ITALIA POLITICHE FUTURE MIGLIORI E UNA TRANSIZIONE SOSTENIBILE.

Dalla riunione del Consiglio dell’Ocse a cui partecipano i ministri dell’Economia, delle Finanze, degli Affari esteri, del Commercio e di altri dicasteri dei Paesi membri e dei Paesi partner dell’organizzazione, presieduta dall’Italia e dedicata al tema "Il futuro che vogliamo: politiche migliori per la prossima generazione e una transizione sostenibile", emergono queste dichiarazioni: "Il sostegno agli investimenti nell'efficienza energetica e nell'approvvigionamento di energia rinnovabile rafforzerebbe la sicurezza energetica…Il mondo  pagherà un duro prezzo per la guerra della Russia contro l’Ucraina. Dinanzi ai nostri occhi si sta svolgendo una crisi umanitaria che ha stroncato migliaia di vite e costringe milioni di rifugiati a lasciare il proprio Paese, mettendo a repentaglio la ripresa dell’economia, che era appena iniziata dopo due anni di pandemia".

Ormai è evidente che l'aumento esponenziale dei prezzi dell’energia e dei prodotti alimentari è dovuto alla  guerra tra la Russia e l’Ucraina, entrambi grandi esportatori di materie prime e che l’entità del calo della crescita economica e dell’aumento dell’inflazione dipenderà dall’evoluzione del conflitto; le previsioni in questo senso dell' Ocse sono piuttosto scoraggianti:" Stimiamo che la crescita globale sarà del 3% nel 2022 (in calo rispetto al 4,5% previsto lo scorso dicembre) e del 2,8% nel 2023. Le proiezioni per il 2022 indicano attualmente un’inflazione pari quasi al 9% nei Paesi dell’Ocse, il doppio rispetto alle precedenti previsioni. Ma poiché esiste il rischio che le previsioni siano riviste al ribasso, il prezzo della guerra potrebbe aumentare ulteriormente".

Per quanto riguarda il nostro Paese, il gas naturale soddisfa il 42% del nostro fabbisogno energetico, per il quale dipendiamo largamente dalla Russia e l'Ocse prevede una crescita del Pil nazionale del 2,5% nel 2022 e dell’1,2% nel 2023; in Italia "…la guerra inciderà sulla crescita, in quanto l’incremento dei prezzi erode il potere di spesa e la fiducia…" ; per far fronte a questo contesto il Governo ha "…introdotto considerevoli misure politiche di sostegno, tra cui la riduzione delle accise e delle aliquote Iva sui prezzi dell’energia, crediti d’imposta per gli utenti che consumano elevati quantitativi di energia". Secondo anche uno studio del think tank Bruegel  queste scelte  hanno innescato una serie di controindicazioni: per esempio tenere artificialmente più bassi i prezzi dell’energia grazie ai sussidi limita i progressi della transizione ecologica e aiuta più i ricchi (che hanno consumi energetici maggiori) dei poveri.

L'Ocse propone di "…accelerare la transizione verde disgiungendo questo sostegno dal consumo energetico futuro ed eliminando gradualmente i sussidi dannosi per l’ambiente … Il sostegno agli investimenti nell’efficienza energetica e nell’approvvigionamento di energia rinnovabile rafforzerebbe la sicurezza energetica. I contratti a lungo termine sui prezzi dell’energia (Ppa, ndr) possono contribuire a gestire i costi fiscali, fornendo al contempo certezza agli investitori".

In Italia le rinnovabili ancora arrancano (con solo 0,64GW installati da gennaio a fine aprile) e i sussidi dannosi per l'ambiente rendicontati dal Ministero della Transizione ecologica (Mite) restano quasi intatti: 21,6 mld di euro l’anno.

Dopo aver stimato che riallocando una frazione dei sussidi pari a 12 mld di euro otterremmo un aumento della crescita economica fino al +1,6% del Pil e un aumento dell’occupazione fino a +4,2%, il Mite si è impegnato a presentare "…un piano di uscita dai sussidi ambientalmente dannosi entro la metà del 2022".

fonte:greenreport.it

 

SALVAGUARDARE LA BIODIVERSITÀ GLOBALE: NECESSARIE MISURE DI CONSERVAZIONE NEL 44% DELLA SUPERFICIE TERRESTRE, PARI A 64 MILIONI DI KM2.

Dall'ultima ricerca (pubblicata sulla rivista Science) realizzata dal Dipartimento di Biologia e biotecnologie Charles Darwin della Sapienza, è emerso che per arrestare la crisi della biodiversità sono necessarie misure di conservazione nel 44% della superficie terrestre, pari a 64 milioni di km2; più di 1.3 milioni di km2 rischiano infatti di essere distrutti da interventi umani entro il 2030.

Per mappare l’area ottimale per la conservazione delle specie e degli ecosistemi terrestri di tutto il mondo sono stati utilizzati algoritmi geospaziali avanzati, inoltre, sfruttando scenari di uso del suolo, i ricercatori hanno anche quantificato la superficie terrestre a rischio a causa delle attività umane.

Dalla ricerca emerge che per arrestare la crisi della biodiversità sarebbe necessario conservare un’area di 64 milioni di km2, che corrisponde al 44 % della superficie terrestre; nelle zone identificate vivono circa 1.8 miliardi di persone: emerge dunque la necessità di attuare azioni di conservazione che promuovono l’autonomia, l’autodeterminazione e la leadership ambientale di queste popolazioni, aiutandole a rispettare le aree protette e le norme che limitano la deforestazione; in questo senso, sotto la guida delle Nazioni Unite, si stanno negoziando nuovi obiettivi di conservazione della natura, come, per esempio," il piano d’azione post-2020 della Convenzione sulla Diversità Biologica (CDB) – un trattato internazionale adottato nel 1992 al fine di tutelare la biodiversità –, che entrerà in vigore nel corso dell'anno. Ciò stabilirà l'agenda della conservazione per il prossimo decennio e le nazioni dovranno riportare i risultati ottenuti rispetto ai nuovi obiettivi del 2030."

Moreno Di Marco, coautore dello studio e coordinatore del gruppo di ricerca “Biodiversity and Global Change” della Sapienza: "A oggi, questa ricerca rappresenta l’analisi più esaustiva delle esigenze di conservazione della biodiversità a scala globale e dimostra che l’espansione delle aree protette è una misura necessaria ma non sufficiente a invertire il declino della biodiversità. Le aree protette devono, quindi, essere affiancate a politiche di pianificazione sostenibile dell’uso del suolo, al riconoscimento del ruolo guida delle popolazioni indigene, a meccanismi di trasferimento fiscale verso i paesi in via di sviluppo e ricchi di biodiversità, e al controllo delle attività industriali in aree importanti per la biodiversità"…La nostra analisi mostra che il rischio per la biodiversità derivante dalla perdita di habitat in aree importanti per la conservazione può ancora essere ridotto in modo significativo (addirittura di sette volte!), se si attuano oggi politiche sostenibili di uso del territorio. Ma i governi non possono continuare a perseguire una strategia di sviluppo economico di tipo ‘business as usual’".

fonte: alternativasostenibile.it