A CURA DI

AVV. ANTONELLA ROBERTI

NEWS LUGLIO 2018

 

NEWS DALL'UE SULL'AMBIENTE

A cura di Federica De Rose, Redazione Foroeuropa

 

Rapporto Ecomafia 2018: cresce il fatturato dell’ecomafia. 

Con il Rapporto Ecomafia 2018 Legambiente  conferma l'aumento esponenziale di  arresti e inchieste nel campo dei delitti contro l’ambiente in Italia nel 2017; la Campania è la regione in cui si registra il maggior numero di reati ambientali (4.382 che rappresentano il 14,6% del totale nazionale), seguita dalla Sicilia (3.178), dalla Puglia (3.119), dalla Calabria (2.809) e dal Lazio (2.684).

Il presidente di Legambiente Stefano Ciafani: i numeri del rapporto Ecomafia 2018 mostrano i “passi da gigante fatti grazie alla nuova normativa“-in un anno sono stati effettuati 158 arresti per i delitti di inquinamento ambientale, disastro e omessa bonifica, con ben 614 procedimenti penali avviati, 538 ordinanze di custodia cautelare, 11.027 sequestri e 76 inchieste per traffico organizzato di rifiuti... “servono anche altri interventi, urgenti, per dare risposte concrete ai problemi del paese. La lotta agli eco criminali deve essere una delle priorità inderogabili del governo, del parlamento e di ogni istituzione pubblica, così come delle organizzazioni sociali, economiche e politiche, dove ognuno deve fare la sua parte, responsabilmente”.

fonte: rinnovabili.it

 

Cambiamenti climatici nel Mar Mediterraneo: sette nuove aree costiere italiane a rischio inondazione.

Enea ha presentato a Roma un nuovo modello climatico per previsioni più dettagliate del futuro innalzamento del livello del Mediterraneo e gli effetti sulle coste italiane; è stata prodotta la mappatura del rischio allagamento, focalizzandosi su  sette nuove aree costiere italiane. Dai dati emerge una ‘perdita’ di decine di chilometri quadrati di territorio entro fine secolo, in aggiunta alle altre aree già individuate nell’area costiera dell’alto Adriatico compresa tra Trieste, Venezia e Ravenna, nel golfo di Taranto e nelle piane di Oristano e Cagliari.

Fabrizio Antonioli geomorfologo dell’ENEA: “Negli ultimi 200 anni il livello medio degli oceani è aumentato a ritmi più rapidi rispetto agli ultimi 3 mila anni ,con un’accelerazione allarmante pari a 3,4 mm l’anno solo negli ultimi due decenni. Senza un drastico cambio di rotta nelle emissioni dei gas a effetto serra, l’aumento atteso del livello del mare entro il 2100 modificherà irreversibilmente la morfologia attuale del territorio italiano, con una previsione di allagamento fino a 5.500 km2 di pianura costiera, dove si concentra oltre la metà della popolazione italiana”.

fonte: rinnovabili.it

 

Energia pulita: fotovoltaico in calo, cresce l'eolico.

Bloomberg New Energy Finance (BNEF) ha presentato il nuovo assetto dei flussi finanziari dei primi sei mesi dell’anno: gli investimenti 2018 nel solare hanno segnato una flessione del 19%; in crescita gli investimenti nell'eolico. Le cause si attribuiscono al blocco degli incentivi cinesi ai grandi impianti e all’abbassamento dei costi di capitale per i progetti fotovoltaici.

Justin Wu, responsabile Asia-Pacifico per BNEF: “Il 1° giugno, il governo cinese ha rilasciato un documento politico che limita le nuove installazioni solari incentivate, con effetto immediato. Siamo convinti che questo determinerà un forte calo delle installazioni in Cina quest’anno, rispetto allo spettacolare record del 2017 di 53GW”."

L'analista Pietro Radoia: “Prima dell’annuncio cinese il nostro team si aspettava già un calo del 27% nei prezzi dei moduli fotovoltaici 2018. Ora l’abbiamo rivisto al ribasso del 34%, per una media globale di fine anno di 24,4 centesimi di dollaro per watt”.

Nei primi sei mesi dell’anno l’energia eolica ha potuto contare su grandi investimenti da parte degli  Stati Uniti, del Nord Europa e Taiwan. Registrano inoltre un  aumento di capitale le società specializzate nelle tecnologie intelligenti (batterie al litio, veicoli elettrici) per l’energia: + 64% su base annua, raggiungendo i 5,2 miliardi di dollari. In calo invece tutti gli altri settori rinnovabili (ad esclusione dei biocarburanti).

fonte: rinnovabili.it

 

2017: l'anno della siccità in Italia.

Snpa-Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente- ha presentato il XIII rapporto “Gli indicatori del clima in Italia”, che mostra l’andamento del clima nel corso del 2017 e aggiorna la stima delle variazioni climatiche negli ultimi decenni in Italia.

Dal rapporto emerge che nel 2017 la siccità ha dominato nel nostro territorio con il risultato di ingenti problemi di gestione delle risorse idriche in molte regioni; la temperatura media a livello globale è stata di +1.20 °C il 2017; in Italia il valore è, invece, di +1.30°C e colloca il 2017 al 9° posto dal 1961.

"Anche la temperatura superficiale dei mari italiani è stata sempre superiore ai valori climatologici normali, con un picco di anomalia nel mese di giugno (+2.2°C). Il valore medio annuale di anomalia colloca il 2017 al 6° posto della serie dal 1961. Le deviazioni dalla media climatologica, più forti nelle stagioni estiva e primaverile e più deboli in quelle invernale a autunnale, si riflettono anche nell’andamento degli indici degli estremi di temperatura."

La forte siccità del  2017 è confermata anche dall’andamento dell’umidità relativa: "con un’anomalia media in Italia di -5.1% rispetto al valore climatologico normale 1961-1990, il 2017 è stato l’anno meno umido dell’intera serie dal 1961, staccando il precedente record del 2003 (-3.9%). Le anomalie di umidità relativa più marcate sono state registrate nei mesi estivi, con una punta di -16% circa ad agosto al Centro Italia."

fonte: greensociety.it

 

Api di Roma per monitorare la qualità dell'aria in città.

Presso la sede dei carabinieri forestali è stato presentato il progetto "Apincittà", che prevede una rete coordinata di alveari dislocata in luoghi strategici di Roma per monitorare la qualità dell'aria romana.

L'idea era già venuta ai tedeschi e ai canadesi e uno degli obiettivi del progetto è anche quello di produrre un censimento della biodiversità cittadina, di effettuare ricerche su effetti indesiderati per le api e per i prodotti dell’alveare; sono già  presenti diversi allevamenti nel centro storico romano.

L’apiario sperimentale “Numero Zero” è quello della FAI-Federazione Apicoltori Italiani, attivo già dal 1980 a Palazzo della Valle, sede di Confagricoltura. Un Apiario Urbano Sperimentale che in questi giorni è sciamato fino alla sede del Comando CUFA dell’Arma dei Carabinieri, dove sono stati installati tre alveari per attivare la “Postazione Laboratorio Numero 1”.

L'obiettivo è di costruire una rete di monitoraggio che  fornisca informazioni su quali siano le fioriture di Roma più diffuse e visitate dalle api, sulla presenza e concentrazione di metalli pesanti, polveri sottili, microplastiche e IPA-Idrocarburi Policiclici Aromatici.

La Federazione Apicoltori Italiani ":..insomma, mentre le api volano sui tetti di Roma, l’Arma dei Carabinieri in collaborazione con la FAI-Federazione Apicoltori Italiani avvierà una valutazione sull’impatto del servizio ecosistemico che le api garantiscono alla Capitale, ma anche una nuova modalità di vigilanza sul fenomeno dei furti degli alveari, con particolare attenzione alla tutela e alla salvaguardia dell’ape italiana che addirittura una legge (N. 313/2004 per la Disciplina dell’Apicoltura) chiede di difendere e diffondere." 

fonte: greensociety.it

 

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NEWS FORNITA DA COLDIRETTI

OGM, ABBATTUTE PIANTE DI MAIS IN FRIULI VENEZIA GIULIA 
A Vivaro, nel podere di Giorgio Fidenato, paladino transgenico

(ANSA) - VIVARO (PORDENONE), 9 LUG - Il Corpo forestale regionale del Friuli Venezia Giulia ha abbattuto stamani le piante di un podere di Vivaro (Pordenone) seminate a mais Ogm, di proprietà di Giorgio Fidenato, il paladino delle lotte per i prodotti transgenici. Il personale della Forestale ha distrutto complessivamente 6mila metri quadrati di mais (anche nelle proprietà di Colloredo di Monte Albano a Udine), su disposizione del Ministero delle Politiche agricole. La distruzione del campo coltivato a mais Ogm si è resa necessaria vista l'inottemperanza al decreto dello scorso 3 luglio, con il quale il Ministero concedeva cinque giorni all'imprenditore agricolo per provvedere in autonomia all'abbattimento delle piante transgeniche.